E se Marcus Goldman avesse utilizzato la tecnica Feynman per scrivere il suo nuovo romanzo?
Forse avrebbe risolto il delitto prima, senza commettere errori?
Proprio in questi giorni ho finito di leggere: “La verità sul caso Harry Quebert”. Un giallo? Non direi. Piuttosto rappresenta, dal mio punto di vista, un ottimo esempio di come si possa raccontare bene una storia, utilizzando diversi punti di vista.
Ovviamente non è mia intenzione scrivere una recensione sul libro, ma usarlo come pretesto per parlarvi del deep work e di come affrontarlo con la tecnica Feynman.
Vi chiederete come mai intendo partire proprio da questo romanzo per parlare della sindrome del foglio bianco che spaventa scrittori, artisti e creativi.
Innanzitutto direi che a chiunque può capitare d’imbattersi in un momento di scarsa produttività. Infatti è proprio quello che accade a uno dei protagonisti del romanzo: Marcus Goldman.
Facciamo ordine. Nel 2008, Harry Quebert è uno degli scrittori più noti negli USA. Ha sessantacinque anni e sembra vivere solo per la letteratura e l’insegnamento. Possiede una villa da scrittore, affacciata sull’oceano Atlantico ad Aurora, New Hampshire (nord degli Stati Uniti). Marcus Goldman è il suo allievo prediletto: trentenne, ha già pubblicato un libro di gran successo, vive in un elegante appartamento di New York e si trova alle prese con la sindrome del foglio bianco. Deve scrivere il secondo romanzo, deve farlo in fretta e non ha nessuna ispirazione.
Da qui nasce tutta la storia che vi consiglio di leggere acquistando il libro qui.
Quindi come avrebbe potuto la tecnica Feynman
aiutare il nostro scrittore di successo Marcus Goldman?
In primo luogo occorre dire che la tecnica Feynman viene utilizzata per l’insegnamento e la comunicazione ed è un modello mentale (una rottura del processo di pensiero personale) per trasmettere informazioni utilizzando pensieri concisi e linguaggio semplice.
Questa tecnica è derivata dai metodi di studio usati da Richard Feynman quando era studente a Princeton.
La tecnica Feynman si può semplificare così:
- Identificare il soggetto: scrivi tutto ciò che sai su un argomento. Quando trovi nuove informazioni a proposito, le aggiungi alla nota.
- Insegnalo a un bambino: se riesci a insegnare un concetto a un bambino, sei già a un ottimo punto.
- Identifica le lacune della tua conoscenza: questo è il punto in cui si verifica il vero apprendimento. Dove hai lacune? Cosa non sai?
- Organizza + semplifica + Racconta una storia: inizia a raccontare la tua storia. Metti insieme le tue note e inizia a imbastire un racconto utilizzando spiegazioni concise. Riunisci le parti più importanti della tua conoscenza sull’argomento.
Quindi, tornando al libro, il giovane scrittore Marcus Goldman decide di tornare dal suo mentore e amico Harry Quebert perché, dopo essere stato travolto dal successo del suo primo romanzo, si trova di fronte alla classica sindrome del foglio bianco e decide, quindi, di chiedere aiuto al suo vecchio e forse unico amico.
Tornato nella città di Aurora si trova però ad affrontare l’impensabile: Harry Quebert viene arrestato per l’omicidio di una ragazza appena quindicenne avvenuto 30 anni prima. Potrebbe scappare e tornare a New York, ma decide di aiutare l’amico investigando sul delitto per provare la sua innocenza.
La confusione regna sovrana, le ipotesi e i sospettati si moltiplicano e la soluzione del caso si complica notevolmente. Il giovane scrittore, con l’aiuto di un investigatore, crede di aver risolto il caso e decide, spinto dal proprio editore, di scrivere un libro “verità” sull’omicidio della ragazza.
Dopo la pubblicazione del libro i due però si accorgono di molte incongruenze e capiscono di aver accusato la persona sbagliata. Giocando con la storia si potrebbe affermare che se lo scrittore si fosse aiutato nelle indagini con la tecnica Feynman, avrebbe potuto evitare alcuni errori banali e indirizzare, fin da subito, le ricerche nella direzione corretta.
In conclusione, la prossima volta che guarderete una pagina vuota del taccuino, pensate di trasformarla in un’opportunità.
Questa tecnica è stata progettata per aiutare a studiare, ma può essere facilmente adattata per perseguire il “deep work”. Dedicare un taccuino ad un ambito in cui le tue conoscenze possono crescere, far evolvere le tue idee e dare ispirazione per proseguire un percorso di apprendimento continuo, essenziale ai fondamenti di un lavoro più profondo e significativo.