Una storia al contrario
Ci sono tanti modi per raccontare il mondo di oggi.
Luigi Ballerini lo ha fatto nel suo libro “Io sono Zero”.
Zero è un ragazzo adolescente cresciuto dentro una stanza, tra computer e tecnologia, fino a quando la sua vita cambia radicalmente.
Il libro racconta dell’incontro tra il mondo digitale di Zero, e quello reale in cui si ritrova a vivere all’improvviso.
La neve, il freddo, il caldo accogliente di una casa piena dell’amore delle due persone che scelgono di prendersi cura di lui, e il cielo immenso che non è più soltanto il soffitto di una stanza, hanno un grande impatto su Zero.
E come due correnti diverse che si scontrano nel mare creando due magiche varietà di blu, così la personalità di Zero avrà un impatto altrettanto importante sul mondo reale.
<<È bello>> pensa Stefania, la pediatra che si è presa cura di lui, quando si mette accanto a Zero per ammirare con lui lo spettacolo della neve che cade. <<Senza Zero, me lo sarei perso.>>
A questo punto decidiamo di invertire la storia, e, in qualche modo, di riscriverla.
Cosa accadrebbe se Zero, cresciuto nel mondo reale, venisse catapultato all’improvviso nel mondo digitale?
Nel 1988 i Pixies cantavano “Where is my mind” (dov’è la mia mente?). È quello che Zero si domanderà, spaesato per il cambiamento, ma curioso di scoprirlo. Comincia allora una nuova vita, una storia al contrario. Con tante cose utili da imparare, ma anche odio online, insulti da dietro uno schermo, disinformazione.
Zero dovrà far fronte a tutto questo e lo farà con l’unica cosa che in queste due storie, quella di Ballerini, e la nostra, non è mai cambiata: la sua umanità.
Che cos'è l'umanità nel digitale oggi?
Per capire meglio una storia al contrario come quella di Zero, scopriamo come siamo arrivati al mondo digitale di oggi.
Luciano Floridi, professore ordinario di Filosofia ed Etica dell’informazione all’Università di Oxford e presidente del Data Ethics Group dell’Alan Turing Institute, in una delle sue conferenze ha illustrato il processo di transizione dell’essere umano, che ci ha portati fin qui oggi, e che passa per 3 fasi, “come un missile che viene mandato in orbita attraversando 3 stadi”:
- Preistoria (Prehistory): è la fase dell’esistenza umana senza la scrittura.
- Storia (History): questa fase comincia circa 6000 anni fa, periodo a cui risalgono i primi scritti, e che ha portato allo sviluppo delle tecnologie e dell’informazione (ICTs= information and communication technologies).
- Iperstoria (Hyperhistory): è la fase in cui ci troviamo oggi, è la fase dell’umanità nel digitale. Siamo dipendenti dalle tecnologie, lo spazio che ci circonda è fatto di informazioni e per questo si parla di infosfera.
La realtà, come spiega il Prof. Floridi, è che viviamo onlife, cioè siamo sia online che offline: i due mondi, reale e digitale, sono interconnessi.
E la domanda che lui si pone è: come facciamo a vivere insieme onlife nell’infosfera?
Etica del viaggio
Quello che dovremmo fare è adottare un’etica del viaggio: quando viaggiamo siamo nelle mani di chi ci ospita, e ci aspettiamo da chi ci ospita (quindi dal mondo che ci circonda), un po’ di protezione e un po’ di ospitalità, di solidarietà.
Chi viaggia ha dei diritti ma anche dei doveri da persona ospitata, e cioè di rispettare l’altro, di prendersi cura del rapporto instaurato.
Zero è un viaggiatore, e una volta tornato nel mondo reale, sentirà di appartenere a entrambi i mondi:
<< Due vite che però in realtà sono solo una, la mia. >>
Il digitale appartiene alla realtà, e viceversa.
Citando il filosofo Pico della Mirandola, gli esseri umani non sono “nè angeli nè bruti”.
“L’umanità è un continuo cambiamento, un software aperto, un testo non ancora scritto.” – Luciano Floridi.
Cerchiamo di restare umani sempre.