Le leggi della semplicità di John Maeda

le leggi della semplicità

Un manuale per sopravvivere in un mondo complesso

Le leggi della semplicità è un libro da leggere durante una pausa pranzo, in accordo con la terza legge descritta dall’autore: “il risparmio del tempo.”
Questo libro non è un saggio sulla complessità del mondo, anzi è una guida con indicazioni pratiche per muoversi e districarsi tra le varie problematiche della vita. Il punto di vista è quello del designer che si pone come primo obiettivo quello di rendere semplice ed utilizzabile ogni dispositivo tecnologicamente complesso, ma può essere adottata in qualsiasi altro ambito: professionale e personale.
Vediamo le 10 leggi della semplicità:

  • RIDUCI
  • ORGANIZZA
  • TEMPO
  • IMPARA
  • DIFFERENZE
  • CONTESTO
  • EMOZIONE
  • FIDUCIA
  • FALLIMENTO
  • UNICA LEGGE

Sul web trovate numerosi articoli che parlano e spiegano queste leggi/regole. Come questo.
Mi soffermo volentieri sulla Legge 5 quella definita DIFFERENZE in cui l’autore spiega come la semplicità e la complessità siano necessarie l’una all’altra.
In particolare il paragrafo Nessun ritmo in cui Maeda spiega come nell’era di LinkedIn la pratica di scambiarsi i biglietti da visita stia perdendo valore, ma di come lui, essendo cresciuto nella cultura d’azienda giapponese, in cui questo scambio rappresenta un atto formale, resti ancora affezionato all’abitudine di presentare il suo tenendolo tra pollice ed indice di entrambe le mani facendo un piccolo inchino.
La qualità della stampa e l’arte di realizzare il prodotto stanno declinando con la perdita d’importanza dello strumento a favore del più semplice: “cercami su google”.
Poi l’autore racconta che tiene sulla sua scrivania da sette anni un biglietto da visita di una persona che non conosce. Perché? La stampa di quel biglietto, il giallo delicato della sua carta e il rilievo rosso, in basso a sinistra, del marchio. In pratica quel biglietto da visita rimane sul suo tavolo perché non ha mai visto nulla di simile in termini di dimensioni e caratteri pittorici: è diverso da tutti gli altri.
Forse certe abitudini non andrebbero perse, ma coltivate.